Canti popolari - La canzone del Piave
Pistolotto di Maurizio Bertazzoni
ASCOLI PICENO, 07 – 08 ottobre 2006
"A CUORE APERTO " rivolto
AGLI AMICI UFFICIALI EX ALLIEVI DEL 54° CORSO AUC di ASCOLI PICENO
in ASCOLI PICENO
"EccoCI"
Ciao ragazzi, ...come state???
Tutto bene o solo pene???
Siamo ad Ascoli, una città che in tutti noi ha lasciato il segno.
Vogliamo attribuirle un caloroso applauso !!! .................................
Grazie Ascoli, grazie grazie grazie ...come vedi siamo tornati.
Più in grigio che in grigioverde...
Bello il colpo d’occhio questa sera!
Care amiche e cari amici, credo per tutti noi, qui ad Ascoli stiamo vivendo un momento speciale.
Ci siamo arrivati dopo altre sei meravigliose tappe, che vi chiedo di ricordare coralmente al grido di un forte < olé >:
1a tappa Abano Terme "olé"
2a tappa Arezzo "olé"
3a tappa Mantova "olé"
4a tappa Montecatini Terme "olé"
5a tappa Genova "olé"
6a tappa Venezia "olé"
Proviamo brevemente, amici, a volare su quelle città, silenti
per rimembrare quegli straordinari attimi fuggenti...
ABANO TERME
La nostra prima volta...
< Ma tu sei... ma non può essere... dove hai lasciato i capelli? >
< Scusa prof. Bettero - sai ti ho visto in televisione, affascinante come sempre – tu che sai tutto, come si chiama quello là con la pancia, con le orecchie ribassate ...ma sì quello con quella bella signora dalla faccia da sergente... >
< A proposito, hai visto ...quei due nell’angolo, quello che era un Allievo scelto, tra lui e lei, secondo te, chi è che comanda? >
< Porca miseria, ma non mi riconosci... ah ah ah ti sei dimenticato a casa gli occhiali!!! Capisco sai, di lungo non ci è rimasta nemmeno la vista. Pazienza. >
< Eccoti brutta puttana, non sei proprio cambiato! Sei uguale a trent’anni fa, complimenti. Ti sei fatto ibernare? >
< Dai, non prendermi per il culo. Sono già nonno, cazzo. Ti assicuro che è qualcosa di meraviglioso. Il fatto è che, per dirtela tutta, devo andare a letto con la nonna!!!
E tu come te la spassi?... >
< Io non ho nipoti... In compenso ho una dentiera costosissima ed una moglie che spende. La prima per tritare il cibo, la seconda ...mi trita le palle quasi tutti i giorni. Ti confesso che a volte mi ricorda il sergente di giornata!!! >
< Ehi, matricola... Hai già dimenticato che siamo stati compagni di letto? Dormivi sopra o sotto di me? Beh, non importa, sei sempre bello e caro. La lontananza, sai, non mi ha fatto dimenticare quei momenti di grande intensità. >
Ragazzi!
Quanto è stato bello ritrovarci dopo tanto tempo. Vivi!!!!
A raccontare trent’anni fa, come se fosse stato l’altro ieri.
Una commozione irrepetibile!
AREZZO
La nostra seconda volta...
Bella, accogliente...
Ci si rivede, tanta è la voglia...
Ci si riconosce con più facilità, grazie anche al prezioso lavoro fotografico svolto in precedenza dall’anfitrione Caprai.
Sembra quasi di non esserci mai lasciati. Hanno accettato l’invito nuovi compagni, faticosamente rintracciati.
Il gruppo è in crescita.
Ci si torna ad abbracciare.
Con alcuni si fa una fatica boia, perché la pancia ...il giro vita, anziché diminuire è maldestramente aumentato (c’è chi ha perso la scommessa).
Maremma maiala.
Si respira un’aria pura, salubre ...da bistecca.
Si ride e si piange anche.
Sulle note di quel "Silenzio" fuori ordinanza voluto e suonato nella serata di gala, la glorificazione di quell’incontro.
Ufficiali tutti in piedi, signore straordinariamente composte e raccolte.
Il microfono tremante, le parole tremolanti, soffocate dalla commozione, il blocco, la paralisi emotiva ...sul ricordo di alcuni Commilitoni in precarie condizioni di salute o che sono volati altrove.
(pausa commemorativa)
Un pianto comune, dignitoso, sofferto, decine di fazzoletti intrisi.
Un omaggio, ma che dico, un tributo alla sensibilità e all’amore che albergano in questa unita Compagnia.
Indimenticabile quel momento di afflizione ...spontaneo.
In un’epoca di caduta della moralità, dello spirito aggregativo e sociale disinteressato, di diffidenza ed inappetenza verso quanto è teorico ed ideologico, il nostro atteggiamento di gruppo è stato significativo.
E mi fermo qui!
MANTOVA
La nostra terza volta...
Già sembrava difficile farne due...
La favola per noi ...continua.
Una città artistica, seducente, a misura d’uomo ...una terra fertile, padana, generosa.
Un lago calmo in cui specchiarsi tutti i giorni e alla bisogna navigare su un’onda piatta a contatto con la natura.
Una carrozza figurata, tratta da una grossa zucca virgiliana, trainata anziché da grossi e bianchi cavalli da grassi e grugnanti maiali.
Io ci abito, non fra i maiali, anche se qualche volta mi pregio di imitarli, ahimè senza successo! Si sa, non tutti i salami sono ugualmente appetiti!!!
In questa amabile terra di grandi "zucche", io ci abito con gli amici delle SS ...Saccani e Sissa.
A Mantova si è avuta la conferma che il gruppo è sano.
Ci si è ritrovati in tanti, con grande entusiasmo.
Abbiamo vissuto giornate serene, organizzate in assoluta distensione e con il giusto spirito.
Sostanzialmente Mantova ha confermato quanto di buono avevano espresso le due tappe precedenti.
Noi della triade mantovana, stanchi ma soddisfatti della riuscita di quest’incontro, siamo alfine giunti alla seguente riflessione:
< Se ognuno di noi facesse un minimo sforzo di accettare le manchevolezze, gli errori e le omissioni, è assai bello e formativo faticare per gli altri >
Provare per credere...
MONTECATINI TERME
La nostra quarta volta...
Aria buona, aria ricostituente, acque curative.
Tappa d’amore, appunto la quarta, resa possibile solo passando da una città termale.
Per fortuna c’è ancora chi preferisce Montecatini al Viagra.
Città ospitale e cordiale.
Nel ricordo, un palcoscenico sul quale quella sera abbiamo vissuto anche la nostra voglia di giocare, di partecipare... I quiz, a tema militare. Tipo:
< Ricordate chi era a quel tempo il più bello di noi? >
< Ed il più ruffiano? >
<Chi scriveva più lettere alla propria donna? In subordine, specificare se era la propria fidanzata o quella degli altri >
I risultati sono stati lusinghieri.
Premi e scambi ...di libri, sotto la regia di Baudo Matteoni.
Un tragitto misto che ci ha portati ad incontrare Pinocchio e quel segaiolo di mastro Geppetto...
Pinocchio, ricordo, ci ha aperto ad una seria considerazione globale:
< In mezzo a questo mondo di bugiardi il suo proverbiale naso appare oggi tutto sommato normale >.
Sappiamo tutti, amici, oggi la storia ha andamenti da bollettini borsistici, con lunghi cicli di riflessioni e scarti improvvisi e distruttivi.
Meglio continuare a credere alle favole.
Crediamoci ragazzi, costa poco.
Bambinoni, cari eterni bambinoni, l’appello che vi lancio è di rimanere sempre in attesa di incontrare la fata, pur se anch’essa ormai s’è fatta nonna al pari della nostra regina di famiglia.
Diciamocelo, noi abbiamo bisogno della sua bacchetta magica:
Che ci renda giustizia nel confronto dei gatti, delle volpi e dei ladri che ci circondano;
Che ci aiuti a trasformare alcune nostre inerzie e i nostri cali in fonti e slanci di energia spirituale, morale e, perché no, fisica;
Che ci consenta di respirare un’aria, appunto, salubre come quella trovata nella terra di Giovanni Matteoni.
GENOVA
La nostra quinta volta...
Superba, ingegnosa, variegata, ricca.
La nostra Banca d’Italia.
Una città marittima, commerciale, trasformista (mare e monti), peccaminosa, essenziale.
Generosa ...nelle barzellette sta la verità!!!
Disse un giorno lo stimato Gaudenzio ad uno di noi, non ricordo chi: "Voglio regalarti ... regalarti (stupefacente, il cambiamento dei genovesi sembrava in atto!!!) ...voglio regalarti la formula della felicità... Sii allegro e fa del bene agli altri".
Quanta generosità in quelle parole, da parte del nostro stimato Allievo Scelto!
Ricordo di essere rimasto stupito ed attonito.
< Scelto > ... un titolo di merito pulito, limpido.
Solo ora, infatti, mi rendo conto che quel titolo, considerate le peculiari caratteristiche dei genovesi, il bel Ses non poteva averlo comperato.
Peraltro, a quel tempo, quel giovane emergente, tal Moggi, non era ancora in grado di dargli una mano! Il < sistema> non era ancora maturo.
Grande Gaudenzio...
Da te prendendo, molti di noi hanno cominciato a ragionare in termini concreti:
< Il parlar è argento fino, il tacer oro zecchino >
< Il miglior libro che uno ha, son le parole di mamma e papà... Non serve cumprà...
Semmai sto libro te lo fai prestà >
< A volte non serve aprire il portafoglio, ma semplicemente il nostro cuore >
< Il saggio osserva tutto ...per recuperare poi il frutto >
VENEZIA
La nostra sesta volta...
Il nostro recente incontro.
Città incomparabile.
Città in cui immergersi fino ai piedi.
Se uno non nasce "umido", alla lunga "marcisce"
A Venezia sono stati accolti nuovi Commilitoni, altri sono ricercati dallo stanco Pastore veneziano, ricorrendo alle nascoste arti militari, nemmeno a farlo apposta, del buon Milizia.
Qualcuno però, purtroppo, si è perso per strada.
Un dispiacere enorme pervade l’animo di chi crede in questo gruppo, in questo progetto.
< Ragassi – è stata la seria riflessione di allora – non ghemo da andar in barca, semmai in gondoa, remando tuti nela stesa direzion ...avio capio fioi? >.
Ebbene sì, forse occorrerebbe sforzarsi maggiormente di capire, tutti insieme, le ragioni per le quali alcuni di noi non partecipano più a questo percorso straordinario, raro, ma che dico, unico.
Salvo laddove eventi e/o motivi forti già risultano comprensibili.
Beh, torniamo a Venezia.
Arte, commedia, casinò.
Il Pastore don Remo, coadiuvato dal curato Bepi, ci ha fatto immergere nella complessa storia di Venezia...
Abbiamo ritrovato la locandiera Miradolina (dal seno turgido), corteggiata in serata da Leone (travestito da Cavaliere, disprezzator di donne) e fuggita poi con un noto imprenditore piemontese, tal F. Pairotti, travestito goffamente da cameriere.
Alla fine ci siamo rifugiati in ...casinò (con la o accentuata), alla ricerca di una vita milionaria.
Dimenticavo, a Venezia, al tramontar del sole, è uscita questa ennesima e profonda riflessione del solito Anonimo:
< Cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
Avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare alcuno, tranne me medesimo >
Vero esame di coscienza o piuttosto non sia da ritenersi la fiera esibizione di teatro di una maschera veneziana?
ASCOLI PICENO
La nostra settima tappa ...non il traguardo
Oggi siamo ad Ascoli. Organizzazione marchigiana curata e stilizzata da Maurizio Giro, che di giri ne deve aver fatti parecchi.
Qui a quel tempo ci siamo incontrati.
Qui ci siamo conosciuti e qui abbiamo abitato.
Poi ci siamo integrati, aiutati, incoraggiati e perché no, sopportati, formati e cresciuti.
Ora, dopo tanti anni, lasciata la gioventù, ci siamo ritrovati da dove la nostra amicizia è partita.
Stupefacente!
Alla 7ma tappa del nostro tour dell’amicizia.
Sfatando la crisi proverbiale del 7mo anno.
Il traguardo è ancora lontano, tutti insieme dobbiamo avere fiducia, convinzione ed ottimismo allo scopo di ritrovarci ancora 77 volte 7.
Il ritorno ad Ascoli ha fatto battere il cuore...
A me più del normale, a voi colleghi Ufficiali non so... L’importante è ...che il cuore batta!
Avevo artatamente preparato la mia mente ad un approccio ideologico.
Così ho voluto, così per me è stato.
La caserma è rimasta tale; la città pure, i dintorni anche.
Sì, non mi è importato oggi di vedere il nuovo, personalmente ho inteso rivedere il vecchio.
All’immagine del nuovo si è sovrapposta forte e chiara l’immagine dell’altro ieri!!!
Oggi io, e molti di voi, abbiamo 35 anni in meno. Una mezza vita, come diceva quel tal Dante.
Ad ogni modo il nostro cammino ...continua.
La strada è fondante per arricchirsi nel percorso.
Il nostro filo conduttore deve essere ...non sedersi (ci rialzeremmo a fatica), non correre (le banane sono mature), ma camminare insieme, in una sorta di Marcia dell’Amicizia.
Forza care amiche e cari amici,
vi rammento che la pigrizia deriva anche dall’indolenza.
L’abitudine di far ciò che è bello e comodo ci avvicina alla stasi fisica, ma ancor più precocemente ci conduce al blocco mentale.
Solo TV, solo CD, solo computer ...solo questo o solo quello ci porta all’isolamento, alla solitudine, e detto provocatoriamente, alla depressione.
L’antidepressivo più efficace è la compartecipazione umana, lo stare insieme.
Si conferma essere la scoperta dell’acqua calda, ma è rilevante ricordarlo per eventualmente porvi rimedio.
L’amore e l’amicizia a volte fanno miracoli.
In ogni caso la sola pastiglia non basta!
A me piace ridere e scherzare, ma anche dire e fare le cose seriamente.
A me questa Compagnia piace, sto in pace dentro, ho pochi imbarazzi, mi sento a mio agio.
Diamo amici Ufficiali, diamo agli altri reciprocamente, fin dove possiamo arrivare.
Oggi come ieri, non voglio tacerlo, alcuni nostri Amici di Corso stanno attraversando momenti delicati, per alcuni veramente difficili. Chi per motivi morali, chi per ragioni di salute.
Vi prego, non incassiamo la testa come i tanti struzzi che vediamo tutti i giorni!
Non molliamo: guai ai vinti!
Il messaggio che intendo trasmettere qui da Ascoli, in assoluta libertà, è...
"Pensionati e pensionandi del 54° Corso AUC, 3a Compagnia, restiamo uniti, sosteniamoci, soccorriamoci, ospitiamoci, incrociamoci ...nella giusta accezione della parola, ben s’intenda!
Altre città ci hanno generato, ma vorrei credere che Ascoli ci abbia oggi rigenerato. Qui abbiam giurato!
A ben riflettere, unire l’Italia è stato alfine il senso del nostro giuramento.
Io non l’ho dimenticato.
Armiamoci di buona volontà, e per temprarci ...partite verso il sacrificio, le rinunce, il disagio, ...io vi raggiungerò poi.
Dobbiamo forgiare un futuro pieno di speranze, nella consapevolezza che siamo e vogliamo rimanere < vivi >.
Questo è forse il vero monito di Ascoli.
Dobbiamo abbattere il muro della convinzione secondo cui c’è un’epoca per crescere ed una per smetterla di farlo.
Prepariamoci pure ad una vita residua con immancabili problemi, ma facciamolo insieme, laddove e fin dove si potrà.
Ragazzi, lo sappiamo tutti, è molto più facile stringere i denti quando si è uniti!"
Ora, care matricole ed amabili compagne, terminiamo con questo modesto slancio in versi:
< Ascolana caserma mia, non ti avevo mai dimenticata.
Come non importa.
Nella solitudine profonda
che espande e liquefa la mente
e la trascina al largo,
tu dentro mi sei rimasta.
Anche quando stracotta era la pasta.
Quando marciato abbiam in rigorosa sfilata,
dopo mal aver digerito l’ennesima sfuriata.
Signore di bontà infinita
nelle tue le nostre mani riponiamo,
aiutaci anche quando stoltamente ti trascuriamo.
L’elenco degli errori e dei bisogni è troppo lungo,
quindi di più non mi dilungo.
Quale stolto amico in età crescente
ora mi farò in disparte.
Ma con una preghiera ad arte:
< Questa Compagnia ti sia gradita
per tutto il resto della restante vita >
Maurizio Bertazzoni